Copertina del libro Il colibrì di Sandro Veronesi

Ho scelto di recensire Il colibrì di Sandro Veronesi, in quanto fresco vincitore del Premio Strega 2020. Un bis per lo scrittore che lo aveva già ricevuto nel 2006 per Caos Calmo (clicca qui per la sua biografia).
Tra i candidati di quest’anno c’erano anche Ragazzo italiano di Gian Arturo Ferrari (clicca qui per la recensione) e Almarina di Valeria Parrella (clicca qui per la recensione) premiata con lo Strega Off.
Però mi sono avvicinata a questo libro con qualche timore. Quando un romanzo viene tanto apprezzato da diventare un best seller, ho sempre paura di restare delusa.

Il senso della cosa in fondo sta tutto lì, nell’aspetto ancora passabile che ha. Nell’andarsene così, prima dell’orrore.

Trama

La vita di Marco Carrera è la protagonista di questa storia. Medico oculista affermato da sempre si trova a combattere con i sentimenti e l’emotività di chi lo circonda. Dalla storia della sua famiglia d’origine alla famiglia che lui si crea, ogni personaggio vive un rapporto complesso con il proprio modo di essere. 
Di fatto Veronesi racconta la vita di quest’uomo fatta di drammi, a cui riesce sempre a far fronte con grande resilienza. E’ proprio la capacità di adattamento la grande protagonista di questo romanzo che nasconde al suo interno mille spunti di riflessione: dal pregiudizio all’importanza del rapporto genitore-figlio che si moltiplica e tramanda per generazioni.

La forza di questo libro è anche la capacità di introdurre un tema come l’eutanasia senza cadere nel banale. La retorica è molto lontana da questo racconto che nasconde una forza emotiva ed empatica fuori dal comune. Perché è vero che si parla tanto di morte, ma solo per rendere davvero importante la vita.
Nei primi capitoli avevo difficoltà a metterlo a fuoco, perché la storia viene raccontata con molti salti temporali a cui bisogna prestare attenzione. Il libro meriterebbe di essere letto due volte, per riuscire a cogliere tutte le sfumature che l’interesse per l’epilogo offusca.
Nella nota dell’autore Sandro Veronesi “denuncia” i riferimenti letterari e non solo che hanno costellato i vari capitoli. Anche per questo una seconda lettura potrebbe aprire mondi inesplorati.

Spesso tra i sei servitori onesti del nostro cercare (chi, come, quando, dove, cosa, perché) è il quando che separa la salvezza dalla dannazione.

Curiosità
Sandro Veronesi

Vi domanderete da dove nasce questo titolo ed è l’unico spoiler che vi farò. Il colibrì non è altro che il soprannome del protagonista. Dei problemi di crescita in adolescenza portano la madre a definirlo un colibrì per la delicatezza e la bellezza dell’aspetto. Marco Carrera in realtà del colibrì erediterà anche la capacità di resistere alle difficoltà. Come l’uccellino muove velocemente le ali per restare lì, così la sua esistenza lo vedrà resiliente a tutto.

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