Vincenzo Spinelli

Di Vincenzo Spinelli

Il maestro Eco diceva: “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni”. Ed è vero. Io ho vissuto le avventure al fianco del Don Chisciotte, mi sono svegliato scarafaggio, ho combattuto le guerre più cruente e ho perfino viaggiato nel tempo. 
Leggere è una magia che si ripete tutte le volte che apro un libro. 
E ringrazio Fabiola per avermi lasciato un angolino nel suo splendido angolo. (clicca qui per leggere la recensione di Dante e la tartaruga di Vincenzo Spinelli)

Le avventure di Huckleberry Finn di Mark Twain 

Ci tengo particolarmente a parlare di Mark Twain (clicca qui per leggere la sua biografia) perché chi lo conosce solo per sentito dire crede che sia un autore di narrativa esclusivamente per ragazzi. Ma non è così. Ha narrato le vicende di giovani protagonisti soltanto per sfuggire alle limitazioni e alla censura. Ma in verità Mark Twain è stato un autore dissacrante, sempre arguto e ironico nei confronti dei codici morali e delle convenzioni che strutturano le consuetudini tradizionali della vita. 
E non me lo invento io. Un certo Hemingway disse: “Tutta la letteratura americana moderna discende da un libro di Mark Twain intitolato Huckleberry Finn […] è il libro migliore che abbiamo avuto. Tutta la prosa americana viene da lì. Non c’era niente prima. E non c’è stato niente del genere dopo”
Ma chi volesse approcciarsi a questo autore dovrebbe iniziare da Le avventure di Tom Sawyer, la prima delle quattro opere collegate tra loro, la seconda delle quali è appunto Le avventure di Huckleberry Finn  (la terza e la quarta sono rispettivamente Tom Sawyer Detective e Tom Sawyer Abroad).

Siddhartha di Hermann Hesse 

In quasi tutti i libri, quando li rileggiamo, troviamo non qualcosa che prima ci era sfuggito ma piuttosto qualcosa che non eravamo nella condizione di cogliere a pieno. E credo che Siddhartha, in questo senso, abbia sempre uno spunto di riflessione da offrire, tutte le volte. È uno di quei libri che quando lo si rilegge è quasi come se non lo si fosse mai letto. Il messaggio che mi è rimasto più impresso è che nessuna acquisizione è definitiva, non si smette mai di imparare, perché, se ci pensiamo, le persone che credono di non aver più bisogno di imparare, e che credono di sapere già tutto, sono le peggiori. Ecco, questo libro mi sono ripromesso di leggerlo ogni cinque anni. Per ora l’ho letto due volte. Sono curioso di vedere quale messaggio coglierò la prossima volta. 

Cuore di tenebra di Joseph Conrad 

Questo romanzo breve per me è stato folgorante. Ogni frase al suo interno è di una potenza che è difficile trovare in altri libri. E le immagini sono così ben descritte che anche se è passato del tempo mi sembra di averle ancora davanti agli occhi. È un libro che critica l’imperialismo e in particolar modo l’uomo bianco e la sua crudeltà verso le popolazioni indigene.
Mi ha fatto provare un tipo di vergogna per quello che l’uomo è in grado di fare che, a mio avviso, tutti noi, almeno una volta nella vita, dovremmo provare. Sì, questo libro fa vedere, e userò le parole del tenente Kurtz, “L’orrore!”. 

Uno, nessuno, centomila di Luigi Pirandello 

Secondo me ogni scrittore ha letto almeno un libro che gli ha fatto pensare: “Avrei voluto scriverlo io”. Ecco, questo romanzo è quello che avrei voluto scrivere. Trovo che non ci sia cosa più difficile che raccontare una storia profonda celandola con l’umorismo. E questo per me è davvero affascinante. È facile spaventare o suscitare sentimenti d’angoscia, ma penso che riuscire a far ridere e, allo stesso tempo, riflettere sia la cosa più difficile da fare. E in questo breve romanzo, Vitangelo Moscarda, chiamato dalla moglie “Gengè” (solo i nomi sono un tutto dire), dopo che quest’ultima gli fa notare un piccolo difetto, ha il desiderio ossessivo di conoscere il proprio “io”, il tutto condito con scene molto divertenti, ma mai banali o fini a se stesse. 
Per me, questo è un libro insuperabile.

La metamorfosi di Franz Kafka

Ecco un altro libro a cui sono molto affezionato. Solo l’idea di un uomo che si sveglia nel corpo di un enorme scarafaggio, oltre ad essere una cosa argutamente ironica, ha una miriade di spunti di riflessione. Non starò a dire il messaggio del libro e tutte le allegorie che contiene, ma vorrei spendere due parole su Kafka, perché per me è incredibile che un autore del genere, oggi universalmente riconosciuto, in vita si sia visto pubblicare ben poca roba. Kafka morì non immaginando neanche quello che sarebbe diventato poi: un autore immenso. E se oggi tutti noi abbiamo la fortuna di conoscerlo, lo dobbiamo al suo amico Max Brod, che salvò i suoi scritti dalla dimenticanza, dalla dispersione e dai nazisti. 

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