Copertina del libro Che Dio perdona a tutti di Pif

Dopo L’isola dell’abbandono di Chiara Gamberale (clicca qui per la recensione) vi segnalo un altro libro che fa parte sempre di quei titoli disponibili con la promozione Feltrinelli (due libri a 9,90 €). E’ un romanzo che definirei molto estivo “… che Dio perdona a tutti” di Pif, pseudonimo di Pierfrancesco Diliberto. Questo libro è leggero e ironico come solo Pif sa essere, pur trattando un tema delicato: la religione.

Dire la verità, oggi, è rivoluzionario.

Trama

Il protagonista di questa storia è Arturo un ragazzo di trentacinque anni che vive una vita tranquilla senza tante ambizioni. Si trova spesso con i suoi colleghi e amici per il calcetto e ha una passione per i dolci siciliani. Proprio questa passione, che sfiora la fissazione, lo porterà a incontrare Flora, figlia di una nota famiglia proprietaria di pasticcerie a Palermo.
La storia con Flora lo costringerà a confrontarsi con una realtà molto diversa dal solito, tanto da avvicinarlo involontariamente in modo più forte al cristianesimo. 


In realtà questa sua “conversione” creerà una serie di episodi che lo porteranno a ritrovarsi solo. A dispetto del modo simpatico e divertente con cui racconta la storia di Arturo, i temi trattati in “… che Dio perdona a tutti” sono molto impegnativi. Si parla di religione, di rapporto con il prossimo e di come le due cose siano legate e annullate dall’interesse personale. Pif smaschera i cristiani borghesi, individuando in loro un atteggiamento di facciata che nulla ha a che vedere con la fede.
Quindi comicità e divertimento con una morale di fondo che lo rende un vero gioiellino letterario.

Ci sono momenti nella vita in cui uno vorrebbe scendere momentaneamente da se stesso. Ma solo per un breve periodo. Una sospensione.

Curiosità
Pif

Pif (clicca qui per la biografia) è un’artista versatile che sa offrire ogni volta uno spaccato diverso del suo modo di guardare il mondo. Da comico a regista, anche come scrittore è riuscito a stupire ancora una volta. Questo è per lui il primo romanzo e l’impresa di confrontarsi con gli stereotipi senza cadere nella banalità non era semplice. Chissà che visto i successi, dietro la macchina da presa, questo libro non possa anche trasformarsi in un film.

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